Il pensionato della Mafia
Gli intrecci tra Mafia, Ndrangheta, parte oscura dello Stato e un uomo che non ha mai conosciuto un giorno di carcere, ovvero
Gianni Aiello "Faccia da Mostro"
E' fatta! Finalmente dopo 30 anni il super latitante Matteo Messina Denaro, dai giornali descritto migliaia di volte come il capo supremo di cosa nostra siciliana dopo l'arresto di Salvatore RIINA detto "Totò u curtu", (sorvoliamo sul particolare che secondo le regole della mafia il capo supremo deve essere sempre di Palermo o della Provincia), è stato assicurato alla giustizia italiana. Arrestato e ammanettato. No no scusate, arrestato si, ammanettato NO. E di questa mancanza grave si è accorto tutto il mondo e anche il fratello del Giudice Paolo Borsellino. Effettivamente agli occhi dell'opinione pubblica fa un maggiore effetto l'immagine di un criminale con i braccialetti ai polsi, fosse stato per me gli avrei messo pure i ceppi. Invece no. Lui mentre scendeva le scale tra i due carabinieri, sembrava un pensionato dell'INPS che aveva avuto a che dire con gli infermieri e medici della casa di cura e che veniva accompagnato in caserma per accertamenti. Si perché ormai Mattero Messina Denaro 61 anni il prossimo il 26 aprile, è ormai entrato a far parte della lunga lista di pensionati della mafia. Mi sorge un dubbio , ma la pensione la percepirà dall'INPS di Palermo oppure da quella di Trapani? Di sicuro la pensione di cosa nostra la percepirà dalla commissione provinciale di Palermo, dato che per molti anni anzi decenni, la sua opera l'ha prestata principalmente nel capoluogo di regione siciliana. Insomma un pensionato di lusso. In ogni caso la sua cattura è stata un grande successo e sinceramente non voglio commentare le varie critiche è dicerie che sono saltate fuori. Insomma i soliti commenti distorti del genere era ammalato, si è costituito si è fatto prendere etc etc etc! E' stato preso e quello conta.

Ma guadatelo che faccia simpatica che ha nella foto centrale. Chissà dopo l'arresto cosa pensava! Magari anche lui nella sua mente si diceva:- E' FATTA. Finalmente in carcere avrò gratis tutte le cure adeguate alla mia patologia e a spese dei contribuenti italiani.
Adesso aspettiamo di conoscere gli sviluppi del suo arresto specialmente apprendere il contenuto delle famose carte di Totò RIINA. Sempre che le abbia veramente lui. Si perché in questi anni e parliamo dopo l'arresto del capo dei capi, giornali televisioni scrittori hanno subito asserito che i documenti segreti che svelano la maggior parte dei segreti della mafia relativi a omicidi stragi attentati intrecci trame collegamenti tra criminalità e politica, li avesse lui "u siccu o anche diabolik", dalle tante Eva Kant. Ma sappiamo benissimo come funzionano i mezzi d'informazione in Italia. Dimostrano di avere tantissima fantasia e si inventano di tutto in modo tale che le loro notizie successivamente servano da spunto e materiale per qualche fiction televisiva che da qui al prossimo gennaio 2024 vedremo sul piccolo schermo, se non addirittura un film al cinema. Di fatto una persona che ci spera veramente che con la cattura del boss di Castelvetrano si sappia finalmente un po' di verità sugli omicidi commessi a Palermo e nell'intera Sicilia, è lui
Vincenzo AGOSTINO padre del poliziotto Antonino AGOSTINO ucciso a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989 in un agguato di mafia insieme alla moglie Ida CASTELLUCCIO incinta di due mesi. Il volto scavato dalla vecchiaia ma principalmente per il doloro patito dal momento in cui figlio è nuora furono barbaramente assassinati. Quel lontano 5 agosto 1989 che segnò l'inizio della sua tragedia e della battaglia portata avanti in questi interminabili anni per ottenere verità e giustizia. Il giorno dell'arresto del super latitante nel video da cui è tratta questa immagine, alla precisa domanda della giornalista che gli chiedeva se Matteo Messina Denaro si fosse fatto prendere, ha risposto:- tranquillamente, perché ormai era ammalato. Le parole di un padre che sopravvive ad un dolore così immenso, vanno rispettate comprese e giustificate. Lui spera in un futuro prossimo, veri riscontri di verità ed insieme a lui lo spera quella parte di Sicilia che è sempre stata onesta e che dallo Stato non ha mai ricevuto un atto di considerazione. AGOSTINO Vincenzo, colui che in un riconoscimento presso l'aula bunker di Palermo riconobbe l'ex poliziotto calabrese Giovanni pantaleone AIELLO detto Gianni quale uno delle due persone che si presentarono a casa sua qualche tempo prima del duplice omicidio, per chiedere dove fosse il figlio Antonino. Fu Vincenzo AGOSTINO che coniò il termine "FACCIA DA MOSTRO" indicando Gianni AIELLO e facendolo passare alla storia criminale di questo Paese!

Giovanni Pantaleone AIELLO, nato a Montauro (CZ) il 3 febbraio 1946 e morto sempre a Montauro (CZ) il 21 agosto 2017. Ex Guardia di Pubblica Sicurezza, considerato appartenente ai servizi segreti deviati e uomo di fiducia di Bruno CONTRADA a Palermo. Faccia da Mostro indagato da quattro Procure e punto d'intreccio e riferimento tra mafia ndrangheta e quella parte oscura dello Stato DECEDUTO per cause naturali, INFARTO.
Questo personaggio ambiguo misterioso mai arrestato e che non ha mai fatto un giorno di carcere, a cui viene anche attribuito l'assassinio del piccolo Claudio DOMINO ucciso con un colpo di pistola il 7 ottobre 1986 a Palermo
Claudio DOMINO Piccolo angioletto volato in cielo
A Faccia da Mostro nei prossimi articoli dedicheremo ampio spazio e argomenti frutto di riflessioni analisi interviste e misteri tra le quali la sua morte improvvisa ed il mistero della sua mancata cremazione, suo espresso desiderio secondo quanto affermato dal suo ex legale di fiducia avvocato Eugenio BATTAGLIA.
Ma tutto questo avverrà nel prossimo articolo.
Antonino Franco
